Si definisce
biomassa
qualsiasi prodotto delle coltivazioni agricole e della forestazione, qualsiasi residuo dell’industria della lavorazione del legno e della carta, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani. Si tratta di una fonte rinnovabile perché la CO2, sviluppata durante la produzione di energia per combustione, non aumenta quella presente nell’atmosfera. Infatti, si tratta della stessa che le piante hanno assorbito dall’ambiente e che restituirebbero nella fase di degradazione organica.
Le caldaie a biomassa si differenziano in base al tipo di combustibile usato:
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caldaie a pellet, adatte in appartamenti per la facile reperibilità del combustibile
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caldaie a cippato, sono più flessibili e adatte per i grandi consumatori che possono stoccare quantità di combustibile elevate
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caldaie a legna, adatte per chi possiede legna propria o per chi necessita di caldaie di media potenza (10-40 kW). In tal caso si possono usare caldaie a legna "a fiamma inversa", in grado di bruciare con elevata efficienza, fino al 90%.
I vantaggi degli impianti a biomassa sono il risparmio energetico in bolletta, Detrazione fiscale al 65% delle spese sostenute oppure accesso all’incentivo “conto termico”, minor inquinamento con un alto rendimento calorico, facile manutenzione, il basso impatto per il trasporto del combustibile biomassa per la vicinanza fra la sede di raccolta e i luoghi di utilizzo, la possibilità di usufruire di incentivi statali.
Gli svantaggi sono la bassa densità energetica relativa (è necessaria una quantità maggiore di biomassa per produrre energia, rispetto ad altre tecnologie) e la necessità di avere uno spazio consistenze adiacente alla caldaia per lo stoccaggio della biomassa.